(Da Vinci Classics 2018)
È quasi sorprendente leggere, nel sottotitolo di questo Cd della Da Vinci Classics, che le due composizioni orchestrali qui presentate sono computer-aided”. Già, perché l’Autore, il compositore brasiliano (ma da anni attivo nel Regno Unito) classe 1963 Eduardo Reck Miranda è famoso per aver sviluppato sistemi compositivi basati sull’intelligenza artificiale. Sistemi che sono operativi anche in questi due lavori piuttosto recenti: Mind Pieces, per orchestra, percussioni e pianoforte preparato, è del 2010, mentre Sound to Sea, per orchestra, coro, organo e percussioni, è del 2012. Sorprendente, dicevo, in quanto Eduardo Reck Miranda si dimostra abilissimo nel nascondere l’artificio, in ottemperanza al motto dell’ars est celare artem, donando a ciascuno dei movimenti in cui i brani sono suddivisi una notevole scorrevolezza e freschezza, tanto nell’elaborazione dei temi quanto nello sviluppo degli stessi. D’altronde, è l’Autore stesso a confessare di essere costantemente attraversato da intuizioni melodiche, ritmiche, e timbriche, per dare ordine alle quali si avvale di procedure elaborate tramite computer che evidentemente il Nostro riesce brillantemente a piegare alle particolari esigenze espressive. Ne risultano due brani ricchi di colori, invenzioni melodiche, brillanti progressioni ritmiche, incastonate in una struttura tanto rigorosa quanto mobile. Non mancano citazioni a compositori del passato: da Ravel, Villa-Lobos, Cage (pensiamo, riguardo ai primi due, all’uso del sassofono e delle percussioni in Mind Pieces, o, in riferimento a Cage, alle ondivaghe incursioni del pianoforte preparato nel bel mezzo del quinto movimento dello stesso brano, dal carattere fondamentalmente innodico) a Mozart, Elgar e alla ricchissima tradizione inglese di musica corale (in Sound to Sea). In questo secondo caso, notevole è la capacità di Reck Miranda di tessere un vero e proprio viaggio musicale che, attraverso l’alternanza di radiosi passaggi consonanti e sezioni più frammentarie, in cui sperimentalismi à la Luciano Berio si mescolano a oblique incursioni nel musical, riesce a ricomporre fonti testuali diversissime, che comprendono Orazio, Shakespeare, Mark Twain, e Darwin. Ciò, a riprova di una sensibilità che si nutre della propria storia, andando ben oltre la pur utile assistenza di complesse programmazioni meccaniche.
Voto: 8
Filippo Focosi