(©Pippola Music/℗ M.S. Media/Distribuzione Egea Music/Promorama 2018)
Le (belle, sentire Santo amore degli abissi) canzoni virilmente storte e stonate raccolte dagli Esterina in questa compilazione riportano subito alla mente il Vasco Rossi non bolso dei primissimi Ottanta (Cometa), naturalmente aggiornato all’oggi 2.1 (Te e io, magari il cantante e chitarrista Fabio Angeli non sarà contento del paragone, ma non è un’offesa, affatto). Lo sfondo sonoro è quello del classico “indie rock” italico degli anni Novanta (in Si che lo merita c’è Edda, ma sembrano i Marlene Kuntz migliori), in veste senz’altro più ricercata e obliqua – le chitarre e le tastiere di Massimiliano Grasso e Luca Giometti sono di livello – nell’apparente, ingannevole trasandatezza delle volute sgualciture di canto e arrangiamento (cfr. Più di me).
Non dimentichiamo di citare il batterista Giovanni Bianchini e il bassista Daniele Pacini e che il non dimenticato Marco Lega ha contribuito alla produzione in modo cogente. Bravi.
Voto: 8
Marco Fiori