(Escape From Today/Cheap Satanism Records 2018)
Nel caso Alfonso Brescia o Luigi Cozzi riemergessero ritornanti dall’oltretomba cinematografico tricolore (il primo anche anagrafico) per resuscitare l’oramai dimenticato “space-spaghetti”, la prima traccia di “Nebulosity” del progetto Space Aliens from Outer Space (ovvero Asterism) concorrerebbe senz’altro a prendere il posto dell’allora esperto di quel settore sonoro Marcello Giombini. Niente psichedelia occulta; in questa raccolta si ripropone la via casereccia all’elettronica e al rock spaziali di seconda generazione (e seconda fila). Proprio così: i suoni evocati paiono tratti dalle colonne sonore dell’agonizzante cinema bis (e tris) italico degli anni Ottanta (i ritagli apocrifi argentiani Entanglement e The Outer Realms), tanto “nuovi barbari” e ferocemente “bassi” sono.
Chiaramente, c’è mestiere e abilità nei due/tre probabili figuri sabaudi che si celano dietro la sigla (una batterista dalla chioma argentea e dall’aspetto sfuggente e inquietante like Barbara Steele/Cristina Galbò, un barbuto energumeno vocoderizzato, un mascherato clone poveristico di Guerre Stellari, forse irreale): basti sentire l’epilettica metronomia di Trajectory. Per i patiti dei Goblin del decennio da bere.
Voto: 7
Marco Fiori
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