AA. VV. ‘Karl Marx’s 200th!’

(Karlrecords 2018)

Duecento anni dalla nascita del gran barbone, cosa resta di lui e
cosa è diventato o ha prodotto il lascito filosofico/politico/sociale del soggetto in questione? La Karl  prova a interrogarsi e mutuar in suono e parole (vedi il bel booklet
interno) tal quesito. Risposte a riguardo poche, lasciti,
mutazioni infide, torsioni non corrisposte del pensiero, son sotto gli occhi di tutti.
Cosa resta? Dell’agrodolce senso di sconfitta e in parte presa per il culo (il nostro attuale
quotidiano), ma anche, una delle migliori opere ascoltate quest’anno,
che gira e rigira attorno ad artisti di casa (Berlino e dintorni con
qualche puntata in esterna, dall’Australia all’Iran).
Che i cicci in questione, si districan fra turbamenti, pulsioni
experimental/avant/elettroacustiche, non particolarmente brute e
sufficientemente mature da non ceder a merzbowate gratuite.
In digitale o analogico, di corde sollecitate e registrazioni
d’ambienti, giocattolosi o lontani parenti di un In opposition trasfigurata, voci, vocine ed ellittiche scie armoniche, tutto s’incastra e definisce a non eccessiva distanza dal termine:
piacevolezza. Resta il consumo di tutto il ciocco? Chissà, ma gli è un bel consumar senza ombra di dubbio.

Voto: 8

Marco Carcasi

Karl Records Bandcamp Page