(Public Eyesore 2018)
I Seeded Plain più che essere ascoltati allo stereo, andrebbero visti di persona o, almeno, gustati attraverso quei rari video che girano online, i quali permettono di comprendere meglio con l’aiuto visivo di cosa si tratta. Il duo fondato da Jay Kreimer e Brian Day più di 10 anni fa, originario del Nebraska, ama improvvisare totalmente mediante un campionario strumentale che definire non convenzionale rende poco l’idea. I set proposti vedono sorgere postazioni zeppe di oggetti vari, molto spesso di uso comune, che si miscelano ai suoni di altri strumenti auto-costruiti, come potrebbero essere dei tubi di ferro contorti e saldati tra loro alfine di rinascere poi come anomali vibrafoni dal mood alieno; strani combi percussivi su cui viene percosso di tutto, dai giraviti agli utensili più assurdi di cui ogni ferramenta dispone; pezzi di ferro arrugginiti da cui nascono strani fruscii e drones sabbiosi grazie anche all’uso dell’archetto. A sbocciarne è un manto increspato principalmente di stampo noise che ama mutare le proprie sembianze sia in analitiche prove avant, con un notevole carnet a base di micro dialoghi veloci e sfuggenti, oppure diventare brumosa materia death-ambient da paralisi cerebrale (l’anima sporca e cupa di Institutional Drippings ben ci sta). Consigliato ovviamente agli amanti del do it yourself più insano che ci sia.
Voto: 7
Sergio Eletto
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