(Ravello 2019)
Autore di formazione eclettica e dalla personalità brillante, Phil Salathé ci mostra il suo lato più estroverso nei due brani ispirati al mondo degli animali, Mandarin Ducks per oboe e corno inglese e Imaginary Birds per solo corno, caratterizzati da fraseggi guizzanti e ricchi di verve. The Wood Between the Worlds per oboe, corno inglese, violoncello e pianoforte, ci trasporta invece in un mondo inizialmente popolato da melodie sognanti, eteree, sospese, cullate da delicati arpeggi o accordi appena accennati, che lasciano gradualmente spazio a episodi ritmicamente vivaci, caratterizzati da un costante senso di sorpresa e fascinazione (non da ultimo per gli impasti timbrici). L’unico brano che si presenta non nella forma di suite suddivisa in brevi movimenti è The Heart That Loves But Once, in cui la viola e l’oboe disegnano figure irrequiete, in contrappunto talvolta dissonante con l’arpa, il pianoforte o la celesta. A dimostrazione che Salathé sa avventurarsi anche in territori espressivi più accidentati, in virtù di quella versatilità che è una delle sue cifre distintive.
Voto: 7
Filippo Focosi