(Fourth Dimension Records / Foolproof 2018)
Vengono da Brighton, “Void Axis” è il loro quarto album e sono un duo batteria/elettronica e voce.
Andy Pyne (il battito) e la scrittrice, artista visiva e performer Lisa Jayne, sgretolano il dancefloor e spettinano gli avventori annoiati del bar con furia ed efficacia.
Groove allucinogeni sbiancati di brutto, eseguiti con grazia jazz in rotazione accentuata e rigurgiti post-industrial, mentre la voce viaggia in modalità spoken attorno a strane storie.
Più punk di un’orgia chitarrosa di creste incazzate nel loro spingere con forza una sorta di vuoto pneumatico sul tuo/nostro grugno.
Stan scalando alture bizzose, e strada facendo s’imbattono in detriti sparsi, a dargli nomi e cognomi, dai resti si direbbero: Suicide, This Heat, Lydia Lunch, roba come Pink Industry strizzata di brutto, roba krauta e roba di Bali, Sleaford Mods nell’oggi.
Quando girano a mille, t’inchiodano all’angolo e ti pestano con garbo, quando scazzano, van di pilota automatico e il trip di media è un pow pow tribale, ottuso e siderurgico.
Culo e coppino tutto uno scuotimento, a tratti un plumbeo sballo.
Voto: 8
Marco Carcasi
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