(Disasters By Choice 2018)
Una serie di suoni (naturali e non), registrati su nastro fra il 1981 e il 1983.
Nel 1996, manipolazione, trattamento, mixaggio, aggiunte strumentali e di effetti, mastering definitivo nel 2018.
Tempo che scorre senza fretta quello del siciliano Skrima.
Per un risultato finale che canta l’assenza di peso delle nubi, che se ne fottono beate di noi sottostanti.
Un moto perpetuo e sfilacciato di cangianti apparizioni non distanti dalla proposta di Philip Jeck o William Basinski.
Materia dentro cui non è vietato perdersi in riproduzione infinita.
La voce di un cantante d’opera, registrata su nastro trattato con un batuffolo di ovatta ricoperta di carta vetrata, il mormorio di un vecchio frigo Bosch anni ’60, suoni di strada e suoni dello Stromboli, il soffio del vento e lenti sgretolamenti di pietra, vecchie tastiere difettose, un basso, un multieffetto dei tempi in cui l’uomo aveva appena messo piede sulla luna.
Poca roba, una questione di soffusa grazia.
Voto: 7
Marco Carcasi