(AUT records 2018)
Diciotto anni dopo il primo album da solista (donde, guarda un po’, il titolo di questo nuovo disco), Edoardo Marraffa ripropone un album di sax solo. Le 15 tracce che lo costituiscono, tutte composte dal sassofonista (in Non credo supportato da L. Mosso e M. Sabatini), sono, come direbbe un altro importante sassofonista, Steve Lehman, “spazi confortevoli per l’improvvisazione” dei suoi sax tenore e sopranino. Sono ispirate in parte all’Orlando Furioso e introducono l’ascoltatore in un percorso musicale intenso e convincente. Soprattutto nel caso degli strumenti a fiato ci vuole coraggio per affrontare il suono in solitudine (pochi gli esempi riusciti: su tutti, naturalmente, Braxton); e qui questo coraggio è premiato. I monologhi di Marraffa procedono sicuri, energici, convincenti, lasciando spazio a qualche momento (ironicamente) lirico e trasognato, come, opportunamente, accade in Astolfo sulla Luna, e ad alcune scelta musicalmente interessanti (come il raddoppiamento timbrico in Alice). Nonostante il caratteristico reiterato ricorso agli armonici, che regalano spessore al timbro del sax e in alcuni casi (Mura sonanti, per esempio) danno al suono un tocco descrittivo-rappresentazionale, il sassofonista non eccede mai in un autocompiaciuto e fine a se stesso virtuosismo rumoristico. Si riconosce lo stile dell’improvvisazione bolognese del momento – quella per intenderci che vede Marraffa a fianco del pianista Nicola Guazzaloca e di altri musicisti della scuderia Autrecords –. E si tratta sicuramente di un buon lavoro, a tratti (per es. nel blues decostruito di Fantasmi di Nadia) pure divertente.
Voto: 8
Alessandro Bertinetto