(Bronson 2019)
Una calda folata di acusmatico stupore incantevole il contenuto dell’intrico di rami in copertina.
Luoghi della memoria, piccoli scatti quotidiani spesso in secondo piano, il tempo e gli eventi che si susseguono nell’esistenza, a riportar quei piccoli detriti a galla, a ridargli prospettiva e contorno (tangibile, planante e sussurrato senza ansia o enfasi). Che Zanni, dal prima come Punck, poi nel successivo silenzio di un decennio, e ora, nella ritrovata verve produttiva, ha sempre ininterrottamente raccolto e custodito come suono o immagine. Appunti, materia trattata e qualche sottile bava di synth (tra frequenza e coda lunga armonizzante), che onestamente rintuzzar nell’ambito experimental, par non poco riduttivo.
Zanni, riorganizza reperti sonori e con qualche minima aggiunta strumentale (senza brutali forzature), offre espansi flussi passionali.
“Ricordo Quasi Tutto”, non è cupo stridore di affondamento, “Ricordo Quasi Tutto” è vita ed il suo scorrer (leggeri attriti compresi).
Voto: 8
Marco Carcasi