(Area 51/Cd-Click 2019)
In realtà, di imperfezioni ce ne sono assai poche nelle otto tracce raccolte dal duo Megàle in questo loro esordio: di sicuro non ve n’è traccia nella voce ambiziosa e totalizzante di Stefania Megale (come se il piglio Grace Slick dei Jefferson Airplane fosse al servizio della profondità Giuni Russo: sentire già dall’iniziale title-track) o nelle opulente partiture che la cantante (anche memorabile sassofonista, soprattutto al soprano) e il suo socio chitarrista Francesco Paolino padroneggiano con perizia rara (DormiVeglia, a mero titolo di esempio, è impressionante).
Siamo dalle parti degli ultimi These New Puritans immersi nella rosa, solo con vista sul Mediterraneo invece che sull’Atlantico: brani densissimi e pienissimi di idee e spunti (altri gruppi, con quelle presenti nella sola Mormora la luna, ci camperebbero dieci album), strumentisti superbi – vanno citati tutti: il percussionista elettracustico Rocco Marchi e il batterista Enzo Cimino di Mariposa memoria, l’altro batterista Simone Cavina (anche con Iosonouncane), Angelo Epifani che oltre a suonare la chitarra elettrica ha curato con Marchi tutto l’aspetto sonoro della raccolta, le violiniste Laura Comunzzi e Vienna Camerota, la contrabbassista Francesca Baccolini – e totalmente dediti alla causa.
Vediamo di meritarceli.
Voto: 8
Marco Fiori
Megàle Facebook Page