(Aerophonic 2019)
Assai liberamente e al contempo assai tradizionalmente jazz: un jazz decisamente groowy, e altrettanto decisamente fondato sull’esplorazione incessante dell’interplay. Dave Rempis, che sono solito apprezzare molto, qui è in forma smagliante: ci mette la consueta pirotecnica energia (già nella prima traccia: Crypto vo lans), ma più di altre volte si cimenta con successo con diverse possibilità di suonare i suoi sax (contralto, tenore e baritono), confrontandosi in modo creativamente collaborativo con i compagni di viaggio. Sono musicisti di grande spessore: Brandon Lopez al basso e Ryan Packard alle percussioni (ma in alcune occasioni – la meditativa Archae Opteryx ad esempio – è anche alle prese con l’elettronica). Il disco ha momenti molto swing (Confucius Ornis, suonato al sax baritono da Rempis), situazioni più astratte e avanguardistiche (Neo Aves), e spazi dedicati ai torrenziali slanci dell’improvvisazione (Ian Ornis). Un brano come Gansus bene armonizza feeling swing e libertà improvvisativa, suggellando così l’album nel suo complesso (e il complesso che ci offre questo bell’album).
Voto: 10
Alessandro Bertinetto