(Trestle Records 2019)
Seconda uscita per il compositore e strumentista inglese Adam Coney.
“Pavilion” segue “The Fall Of The Flamingo Gardens” del 2014 ed è stato registrato in presa diretta in una ex lavanderia di Ramsgate (nella contea del Kent).
Una performance live (principalmente per chitarra) cui si aggiungono drum machine, synth analogico, contrabbasso, pianoforte e vari trattamenti in fase post.
Un’unica fase discorsiva in pratica, che si sviluppa come flusso mutevole che intercetta il folk d’Albione, fasi cameristiche, battiti elettronici, distese minimaliste, improvvisazione discreta e propensione al silenzio.
Bagliori Eno / Reich (l’iniziale Brute Love e i delay su corde di Of Eyes Clean), tremolii blues su orizzonte desertico che si schiude d’intima lisergia (The Sun Rattle), quieta malinconia non vinta in torpido stiracchiamento (The Printed Sound), spigoli di soffuso avant jazz (scosso da folate ombrose in Dominion In Spin, di dolce espansione solitaria in Imaginary Straight Line).
Scarna e melodiosa sperimentazione che odora di terra bagnata dopo i tuoni e dopo i fulmini.
Voto: 8
Marco Carcasi