(Transmit Sound/Thirty Tigers/Goodfellas 2019)
“Union” è il nono album per il gruppo capeggiato da Jay Farrar, che continua la strada intrapresa nella seconda metà degli anni ’80 con gli Uncle Tupelo, band che fondò insieme a Jeff Tweddy, da cui si separò bruscamente, per cui in seguito i due intrapresero strade diverse. Tweddy con i suoi Wilco virò verso un country contaminato, mentre Farrar è rimasto fedele al country-folk, impegnato politicamente e che lo colloca sulla stessa scia che va da Woody Ghutrie a Steve Earle.
Non è un caso, infatti, che Farrar abbia deciso di registrare parte di queste canzoni al Mother Jones Museum di Mount Oliver (Illinois), in omaggio alla sindacalista Mary Harris “Mother Jones” e le altre al Woody Ghutrie Center di Tusla (Oklahoma), proprio per omaggiare il grande folk singer, la cui “Deportee” ha ispirato la struggente ballata malinconica conclusiva The symbol. Tuttavia, questa canzone non è l’unico omaggio, perché Farrar ha voluto ringraziare anche Tom Petty con la californiana The reason e con la scorrevole acustica Holding your own.
Farrar, inoltre, non si esime dal criticare l’attuale situazione del suo paese nel country White Rome burns, che deve molto sia a Ry Cooder, sia a John Mellencamp e nell’epico blues avvolgete di Reality winner.
Un solido disco dedicato agli ultimi e ai più fragili, che non raggiungeranno mai l’American Dream.
Voto: 8
Vittorio Lannutti