(Buh Records 2019)
Gli schiavi africani furono portati dagli spagnoli nelle loro colonie in Perù nel XVI secolo, loro compito era scavare nelle miniere d’oro e d’argento sulle Ande.
Ma l’altezza con i loro corpi non andava d’accordo e difatti morivano a centinaia per la fatica ad alta quota, fu cosi, che furono dirottati nei campi di cotone situati lungo le coste.
Qui, nel 1934 nacque il percussionista Julio “Chocolate”Algendones, che la madre portava con se nei campi durante la raccolta.
In quei campi e nella polvere delle loro abitazioni nacque il particolare idioma musicale afro-peruviano che mescolava umori, gioie, amori e dolori quotidiani di un popolo strappato alla propria terra.
Poche percussioni, con il cajon (tamburo di legno su cui ci si siede per suonarlo) a farla da padrone, ma in fondo basta il corpo da percuotere per intonar il proprio canto.
Poi il girovagar per il paese come musicista e successivamente con diverse formazioni, per il mondo.
“Peru’s Master Percussionist” raccoglie registrazioni fatte nel 1990 a Las Vegas, durante un tour col gruppo jazz peruviano Perujazz.
L’album, prodotto dall’inglese J. Blue Sheppard fu pubblicato nel 1991 dalla newyorkese Lyrichord e comprende anche una traccia registrata a Lima nel 1984.
Ritmi afro-peruviani e poliritmi della Santeria ma anche, come la finale Un Tych, raffinata e originale visione avant-jazz.
Congas, kalimba e cajon, per uno spettacolare viaggio a ritroso verso le radici africane.
La Buh presenta per la prima volta in vinile il materiale rimasterizzato.
Credetemi, un vero e proprio dono.
Voto: 8
Marco Carcasi