Bibi Ahmed ‘Adghah’


(Sounds of Subterrania/5ive Roses Press 2019)

Nigerino come Bombino e tuareg come i Tinariwen, già leader del collettivo tishoumaren Group Inerane, Bibi Ahmed, originario di Agadez, ha vissuto sulla propria pelle la repressione e la ghettizzazione a causa delle suo origine etnica, perpetrata dai governi malese e nigerino.
‘Adghah’ è il suo disco d’esordio, in solitaria, nel quale sono presenti tanti aspetti delle origini del sound dell’Africa centro-occidentale, ma non solo. In altre parole si tratta di quel blues africano, molto variegato e con quelle nenie circolari che provengono da Alì Farka Tourè e che sono giunte alle nostre orecchie attraverso tanti altri artisti e gruppi, grazie ai quali abbiamo scoperto ‘una nuova America del blues e del rock’.
In questo lavoro Bibi Ahmed si esprime con una miscela i cui ingredienti sono blues, folk tuareg, arie orientali, tishoumaren, immergendoci sempre nelle atmosfere placide africane.
Ahmed si lasica andare al più classico sound tuareg/maliano nelle evoluzioni di Sef-Afrika, brano che fa il paio con I Fitalan e con Marhaba, nelle quali l’approccio chitarristico evoca quello di Bombino, tanto quanto in Tel kal tidit.
Affascina poi l’aria che è riuscito a creare in La louma, tanto tribale, quanto arabeggiante. Tuttavia, è con Tamitin Janette, che il musicista nigerino esprime nel modo più esplicito la sua passione per il blues, dato l’alto tasso di malinconia che vi esprime.
‘Adghah’ è l’ennesimo fondamentale capitolo della grande storia musicale africana.

Voto: 8

Vittorio Lannutti

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