(Rockeeill/Freaksville 2019)
Sbarazzina presenza in vestitino e cavallino a dondolo, la graziosa ragazza che da nerbo al progetto Josy & Pony si industria tra vezzose memorie lolitesche a la Serge Gainsbourg (Anon Petit Con, Deux chevaux Mustang) e “carillon” alla Elli & Jacno, però in versione “garage oriented” (Secte équestre).
In generale, nei nove brani di questo “Eponyme” il tocco francese è declinato nella sua versione più terragna e psicotropa (cfr. Sullivan), lontano dalle sciccherie e dal sentore avant di, ad esempio, “Liberty” di Kazu Makino o di più storiche litanie Stereolab, ma sempre con buon gusto e saper fare. Riscontrabile una certa Jesus & Mary Chain influenza (Interlude: Bye Bye écurie), più che altro, virata al fine in pura sfarinatura krauta e psych ( Epilogue: Manège A3, lunghissima e in sentore di fattanza sydbarrettiana).
Voto: 7
Marco Fiori