(Self Released 2019)
La prima traccia lascia molto a desiderare. Ci fa desiderare che accada qualcos’altro rispetto al rumore insistito con cui il cd esordisce. In effetti, poi accade qualcosa. The Lighthouse getta un fascio di luce sonora che apre uno spazio finalmente musicale. Nel corso del disco David Petts (sax tenore), Adrian Northover (sax alto) e John Edwards (basso acustico) esplorano questo spazio, nell’ambito del jazz d’avanguardia. Tuttavia, momenti di riuscita vivacità musicale (The Aspirin Kid), non privi di una soffusa malinconia e suggerenti, in varie occasioni, un’atmosfera un poco tetra, dileguano con insistenza in episodi di cui mi sfugge il senso (Air Show). Capisco alternare tonalità e atonalità rumoristica, strutture armoniche-melodiche ed episodi free, magari per esprimere il senso delle note perdute in un campo…. Però non vedo la necessità di rimarcare questa alternanza in modo così meccanico. È un po’ il filo conduttore del disco, che rischia di distogliere l’attenzione dall’amalgama sonoro che il gruppo, privo di percussioni, riesce ad offrire, proponendo quasi una sorta di colonna sonora per un film della nostra immaginazione (un film, appunto, un tantino malinconico e, a volte, tetro).
Voto: 6
Alessandro Bertinetto