Allison Moorer ‘Blood’


(Autotetlic/Goodfellas 2019)

Anche per Allison Moorer è arrivato il momento dell’elaborazione del lutto. Il filo conduttore di “Blood”, infatti, è un tragico evento accaduto alla sua famiglia nel 1986, quando lei e la sorella, la più famosa Shelby Lynne, furono svegliate dai colpi di pistola che il padre aveva inflitto alla madre, uccidendola, prima di suicidarsi a sua volta.
In questo suo ultimo lavoro la cantautrice dell’Alabama ha trovato il coraggio di affrontare questo tragico evento e di provare ad esorcizzarlo con lo strumento della musica.
Si può dire che la Moorer abbia assorbito il colpo, dato che ha trovato il coraggio di mettere in musica un brano del padre, I’am the one to blame, scoperto per caso in una vecchia valigia. L’intimità e la profondità che messo in questo struggente brano, suonato soltanto con una chitarra acustica, fanno pensare ad un suo bisogno di perdonare il padre, gesto estremamente lodevole.
Nella dolce e tenera Nightlight parla con molto affetto della sorella, mentre nel travolgente rock-blues scheggiato di The rock and the hill parla della madre.
Insomma, tra blues profondi (Set my soul free) e ballate pop-folk con titoli emblematici (The ties that bind), l’ex moglie di Steve Earle, con cui dieci anni fa ha avuto un figlio, ci regala un disco preziosissimo e catartico.

Voto: 8

Vittorio Lannutti

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