(Boring Machines 2019)
Torna a farsi sentire più forte del cupo urto del mare la cellula HBOL.
MSMiroslaw e Laura Dem, tra sacri teschi di cavallo trattati e amplificati, percussioni, sfiati, synths, bassi oltre l’ematoma e pulviscolo vocal/rituale in sospensione, ci aggiornano, su come il panorama circostante non sia affatto mutato se non in peggio.
La formula del duo, avvince, stringe, frattura, stride e induce in riflessione come poche altre (lo sostengo dai tempi di “Umungus Fungus” senza batter ciglio), e “Sex And Dead Cities”, procede nell’opera d’osservazione perimetrale senza filtri, che a questo giro, dopo “Anacalypsis” del 2016 (sempre su Boring) e l’intermezzo di visionaria mistica gutturale che era “Chants Funebrés Pour AHYHW” del solo MSMiroslaw, svampa in questi cinque movimenti di fiera e romantica propulsione, come feroci Swans di un tempo o Coil piegati nel bitume, o, in qualche angolo umido e rugginoso, residuo di Tasaday pensiero e sua messa in pratica potenziata, ma, questi, son sol spettri e suggestioni fugaci.
Chiara e nitida come brina, la capacità di resa tattile del degrado che ci affossa.
Loro come Noi.
Vecchi magazzini abbandonati e fatiscenti, strutture agricole e macchinari in disuso sommersi nell’erba, ectoplasmi in chiacchiericcio smunto oltre i vetri dei bar, cocce, bucce e scorie in risacca, canti passati di generazione in generazione e strutture di pietra arcaiche dietro cui il sole scompare.
Da Macomer e ben oltre.
Non c’è un cazzo da ridere.
Voto: 8
Marco Carcasi