(Urtovox/The Prisoner Rec/Audioglobe 2019)
In questi giorni di papaveri e papere, di litigi e sincerità canzonettare, “A noi due” di Michele Bitossi ci squaderna senza pudori un sunto di “italo pop” anni Ottanta e Novanta appena (proprio appena, sentire Lo vedi che è possibile) aggiornato ai gusti 2.0 che sul palco dell’Ariston attuale avrebbe furoreggiato, nel contempo venendo eliminato nella prima serata (L’amore è un’altra cosa).
Il genovese Bitossi, non uno sconosciuto anche per i lidi kathodici nelle sue precedenti vite musicali ‒ Laghisecchi, Numero 6 ‘Dio c’è’ ‒ in quest’ultima fatica, la sua più personale, dimostra ancora una volta di saper badare al concreto a dispetto di tutti i fenomeni in giro (Ci rassicura), ovvero di saper scrivere (buone) canzoni lontani dall’hype, dei veri e propri tiri mancini (Il mio lato oscuro).
Competente, appassionato (Siamo stonati),
Voto: 7
Marco Fiori