(Discus Music 2019)
Come già scrissi qualche mese fa, “l’etichetta di Martin Archer Discus Music promuove la diffusione delle nuove proposte nell’ambito della musica creativa votata all’improvvisazione e alla ricerca creativa”. Lo conferma anche l’album di questo quartetto. Un buon disco, che esordisce con un dialogo fitto e intenso tra il contrabbasso di Andy Champion e le poliritmie della batteria di Johnny Hunter, cui si uniscono poi il vibrafono di Corey Mwamba (davvero un ottimo sound) e il piano di Laura Cole che propongono il suadente tema di Against All Known Things: sotto il tema la sezione ritmica continua a premere e a spingere avanti la tensione, mentre vibrafono e piano si scambiano i ruoli. Un brano eccellente, senz’altro il migliore. In ogni caso, molti dei 9 brani dell’album sono artisticamente riusciti, per fattura compositiva, contributo tecnico dei musicisti, effetto sonoro complessivo. L’uso astratto e rumoristico degli strumenti, tipico di tanta improvvisazione libera contemporanea, non è opprimente: caratterizza alcuni brani (per esempio Never a State e Orison) creando una tensione adeguata ad articolare poi l’interplay empatico che pervade il disco. I momenti più efficaci sono quelli in cui il groove di questo jazz moderno si fa incisivo e potente, sorreggendo le elaborazioni ritmico-melodiche e gli assoli. Oltre alla prima traccia, anche Situations ha queste caratteristiche: evolve progressivamente dai pattern quasi-circolari del pianoforte, spinto dall’incedere della sezione ritmica, in un incalzare quasi latin guidato dal tema e dall’assolo del vibrafono. Un ascolto consigliabile.
Voto: 8
Alessandro Bertinetto