(BeCoq 2019)
Quando la seconda delle due lunghe tracce (circa venti minuti l’una) che compongo questo album è terminata, ho provato una sensazione di sollievo. Il noise – almeno questo noise – non fa per me. Forse va accompagnato con qualcosa. Immagini, per esempio. Oppure va ascoltato in buona compagnia in un locale underground (meglio se fumoso). Tetra la prima traccia, piuttosto allucinata la seconda. Non conoscevo le composizioni stocastiche dell’artista americano Charlemagne Palestine, e pur apprezzando il lavoro di Giovanni Todisco (percussioni) e Giuseppe Candiano (sintetizzatori), che insieme formano il duo TRRMA’, non riesco a farmele piacere. Peraltro mi sembrano anche un po’ datate, appartenenti a una stagione in cui la sperimentazione sonora poteva essere praticata (e anche somministrata agli ascoltatori) senza motivazioni estetiche accessorie. Certamente, asfissiare l’ascoltatore può essere un obiettivo. Però: perché?
Voto: 3
Alessandro Bertinetto
