(Atelier Sonique 2020)
Continua a cambiare membri attorno al suo leader/deus ex machina, Pier Adduce, la band milanese, ma a non sbagliare un disco. In “Luna piena e guardrail” Adduce & soci hanno reso più esplicito il loro taglio post-punk, lasciando il blues sullo sfondo, ma proprio per questo indispensabile e necessario.
Il cantato, a differenza dei lavori precedenti, è maggiormente proteso alla declamazione, infatti la voce di Adduce spicca maggiormente sulla musica, grazie al piglio più che mai teatrale e a un timbro quasi da crooner. Tra momenti spinti e altri malinconici i nove brani di questo disco raccontano storie di vita quotidiana ambientante in notturna.
Se Adduce ci allieta con citazioni di Čechov ed echi letterari di Buzzati e Calvino, quello che traspare è un grande senso religioso. Non tanto perché in scaletta c’è il folk-blues di Via crucis, nel quale Adduce da ottimo songwriter utilizza i topoi religiosi per parlare di situazioni contingenti, ma con una chiave antropologica, ma anche per brani come Il vizio, brano dedicato alla luna e alla notte fatta di lussuria e perdizione con delle stupende chitarre che affondano, e per l’inquietante storia narrata nel flebile rock-blues de Il pendolo nel quale emerge la dicotomia bene/male e con una bellissima coda caratterizzata da un blues balbettante.
In scaletta c’è anche la cover di Luigi Tenco, Se potessi arrangiata con delle belle chitarre acide e con un sound in evoluzione dal blues al post punk più tradizionale.
Disco da playlist del 2020!
Voto: 9
Vittorio Lannutti