(Modulor/Goodfellas 2020)
Aymeric Maini, folksinger/bluesman francese, ha esordito quattro anni fa e in questo arco di tempo si è costruito un’autorevolezza importante. Oltre ad aver diviso il palco con Santana e Cramberries, ha vinto un importante premio come il Cognac Blues Passion Award.
Con “Winter sun” conferma le sue ottime doti e ci regala un disco nel quale dimostra di sapersi destreggiare con maestria in tutti gli ambiti del folk di matrice Usa. Molti dei brani sono essenziali e con pochissimi strumenti ad accompagnare la sua voce, ora flebile, ora decisa, per cui se a livello internazionale evoca Ben Harper, tra gli artisti italiani fa venire in mente Jester at work e Bob Corn.
Con la title-track messa in apertura Maini sembra volerci portare verso uno struggente disco folk, tipo “Nebraska”, ma in seguito cambia direzione, portandoci sia verso la ballata circolare di That’s be all, sia verso i momenti in cui alterna l’arpeggio alla velocità di As the years go passing by.
In un paio di brani si concentra maggiormente sulle dodici battute, vale a dire nelle ottime Stop feeding that fire, con tanto di slide, e l’essenziale All else can wait.
Un buon disco, malinconico, ma non troppo.
Voto: 8
Vittorio Lannutti