(Mikroton 2019)
L’etichetta russa Mikroton, specializzata in musica sperimentale, d’avanguardia, di ricerca propone, in un’edizione limitata di 300 copie, questo imponente cofanetto di 10 cd che raccontano la storia degli ultimi vent’anni del gruppo francese Formanex: Emmanuel Leduc (chitarre, elettronica), Silvie Noël (tastiere, elettronica, piano), Julien Ottavi (percussioni, elettronica, composizioni). (Iper)minimalismo, improvvisazione, rumorismo, sperimentalismo sono alcune delle etichette che possono valere a sintetizzare lo stile del gruppo, quasi sempre (tranne nel cd 8) integrato da compagni di viaggio quali Keith Rowe, Christian Wolff, Eddie Prévost, Radu Malfatti, per fare solo alcuni nomi. Lavorando spesso, a livello sia improvvisativo sia compositivo, su sottili variazioni microtonali, su contrazioni ed espansioni delle dinamiche, su particolari articolazioni timbriche, la musica proposta ci invita a esplorare acusticamente una vasta gamma di possibilità sonore e rumoristiche. È musica astratta e concreta insieme. Astratta, perché non ci sono funzionalità armoniche a sostenere le relazioni tra i suoni; concreta, perché spesso le qualità tattili dei suoni che sentiamo non solo con l’udito, ma con la pelle, hanno una consistenza materica: coagulandosi, ci vengono incontro come oggetti.
Certamente, non è una musica di facile ascolto. È ovvio che non è sempre un merito essere di ascolto facile, qualunque cosa ciò significhi (e non serve scomodare Adorno per sostenerlo). Però alcuni dei Cd sono davvero ostici. Insomma, se volete prendervi un momento di distrazione in questo periodo di Corona virus non è la musica che fa per voi (o magari mi sbaglio: magari è proprio quello che fa per voi!). In ogni caso, credo che l’ascoltatore debba disporsi ad accogliere in modo quasi meditativo l’offerta sonora, recependola senza imporre griglie e schemi di previsione acustica ed estetica. Non sempre l’impresa riuscirà. Non sempre risulterà possibile entrare percettivamente in un mondo sonoro che tende ad evitare strutture consolidate, fuggire abitudini percettive, respingere appigli immaginativi. Magari, però, proprio in questo modo renderà praticabile altre vie. Come suggerisce il titolo dell’unico brano presente nel Cd 7 (in cui il trio è completato da Keit Rowe), Three Lines To Achieve Almost Nothing, è una musica che tende al presque rien di jankélévitchiana memoria; una musica che testimonia la fragilità dell’essere sperando in un divenire migliore (me lo suggerisce il brano del Cd 10 Fragile Being, Hopeful Becoming di Michael Pisaro), e la speranza utopica, si sa, è tale proprio perché non garantita.
I dischi che ho più apprezzato sono i primi tre. Nel primo il gruppo, affiancato dal gruppo AMM e poi dal gruppoONsemble propone due versioni del Tractatus di Cardew. Nel secondo e nel terzo i protagonisti sono Christian Wolff e il trio Rowe-Wolff-Tulbury: qui la delicatezza espressiva del piano presenta, sempre attraverso i canali e i canoni della libera improvvisazione (l’ossimoro è voluto), un’oasi lirica che non ritroveremo più nei cd successivi: d’altronde, se così non fosse, non sarebbe un’oasi.
Peccato davvero che il cofanetto non offra, almeno nella versione a mia disposizione, informazioni un po’ dettagliate sui suoi contenuti. Per avere qualche indicazione in merito mi son dovuto rivolgere a questo link: https://www.discogs.com/it/Formanex-With-AMM-Christian-Wolff-Keith-Rowe-Ralf-Wehowsky-John-Tilbury-Phill-Niblock-ONsemble-Seth-/release/14321136
Voto: 7
Alessandro Bertinetto