(Boring Machines 2020)
Atto secondo per il duo romano Divus (Luca T. Mai di Zu e Mombu al sax e il producer elettronico Luciano Lamanna).
Rispetto al debut-album del 2017, le notturne atmosfere alla neon / “Blade Runner”, si ampliano e scartano di non poco, in maggior indugio nei pressi di spigoli e inciampi.
Fra pulsazioni e note lunghe, richiami afro, accartocciamenti/sgretolamenti digitali, gomme in battuta appiccicosa e svolazzi di loop metallici, par di scender in strada dopo una visione d’insieme dall’alto.
Metropoli umida, sfrantumata e reattiva (lo splendore descrittivo delle prime due tracce), nevrotica e convulsiva (ti sbatto spesso, a destra e a sinistra, mentre la carica vien suonata), che poi cede e si blocca immobile (gli scenari in scorrimento delle zone di stasi).
Nell’oggi combusto si attacca a meraviglia.
Voto: 8
Marco Carcasi