(Naxos Records/DucaleMusic 2020)
Il nome di William Mathias (1934-1992) forse non dirà molto alla maggior parte degli appassionati di musica classica. Eppure, Mathias è uno dei maggiori, e più prolifici, autori del Novecento provenienti dal Galles. Questo Cd Naxos ci offre l’opportunità di apprezzare alcuni degli aspetti della sua poliedrica attività compositiva. Le opere giovanili, come la Suite Parisienne per due pianoforti e la Sonatina per clarinetto e pianoforte, sono improntate a un neoclassicismo cosmopolita, che si esprime in forme brevi e spigliate. L’acquisizione di una propria cifra distintiva passa tuttavia attraverso la personale rielaborazione di materiale folcloristico proveniente dalla sua terra d’origine, e che trova spazio innanzitutto in alcuni dei brani per pianoforte (o arpa) e voce, caratterizzati da una scrittura asciutta, posta al servizio del canto (da sottolineare la bellissima prova del baritono Jeremy Huw Williams). Di maggior respiro formale è la cantata che dà il titolo al Cd, ricca di episodi di carattere contrastante, legati tra loro dal puro pensiero intuitivo; come pure il visionario Pan Oeddwn Fachgen, che si contraddistingue per lo stile canoro melismatico. Il brano di più pregevole fattura è a mio avviso la Sonata per arpa, in cui pausate e suggestive sequenze accordali si alternano a passaggi di spiccato lirismo e vivacità ritmica. Non mancano influenze provenienti dalla musica celtica, che informano anche l’elegiaco movimento centrale dell’altrettanto notevole Concertino per flauto, oboe, fagotto e pianoforte, i cui movimenti esterni esibiscono un’intensa attività contrappuntistica.
Voto: 8
Filippo Focosi