(New World Records 2019)
Impossibile racchiudere in un’unica corrente il percorso creativo del compositore americano Daniel Lentz (nato nel 1942), capace di spaziare da performance concettuali e provocatorie come Love and Conception (del 1968), dove i musicisti finiscono per fare sesso tra loro, a numerosi lavori di ispirazione religiosa, come la serie di Requiem e Messe (tra cui vale la pena ricordare Missa Umbrarum, del 1973, e wolfMASS, del 1984). Le due composizioni per archi contenute in questo nuovo Cd NWR – eseguite dalla Twilight String Orchestra guidata da Nicholas Deyoe – ci mostrano un Lentz per certi aspetti più tradizionale, per quanto sempre autenticamente personale nel modo in cui utilizza stilemi differenti. L’inizio di Continental Divide (2003), con le sue ampie campiture armoniche e gli avvolgenti archi melodici, richiama alla mente alcune opere di Aaron Copland, nella capacità di trasmettere quel senso dello spazio tipicamente americano. Non mancano sezioni più animate, che procedono per geometriche progressioni ritmiche di stampo minimalista, e che fanno quindi pensare ad autori come Philip Glass e John Adams. La studiata alternanza – che dà a volte luogo ad affascinanti intersezioni – tra fasi distese e concitate, delinea una sorta di viaggio tra atmosfere e paesaggi che fa di Continental Divide un perfetto esempio di “travel music”. Anche Ending(s) (2018, la cui durata raggiunge quasi la mezzora) è giocato sulla successione tra passaggi descrittivi e drammatici ostinati ritmici, sebbene non manchino alcune differenze, ravvisabili ad esempio nel prevalere, in questo caso, di figure musicali discendenti che spesso introducono il canto del tenore Fahad Siadar su testi di autori vari che invitano a una riflessione – quanto mai attuale – su ciò che le guerre possono avere sulle vite degli uomini. Di nuovo, Lentz colpisce nel segno grazie a una scrittura di grande limpidezza formale e spiccata immediatezza comunicativa, e soprattutto alla flessibilità del linguaggio melodico, capace di toccare toni ora dolenti e rassegnati, ora compassionevoli e speranzosi.
Voto: 8
Filippo Focosi