(Die Eigene Gesellschaft 2020)
Ristampa in doppio vinile per la terza uscita datata 1993 (originariamente su What’s So Funny About) dei berlinesi Mutter.
Batteria/chitarra/basso/voce per un annichilimento totale che del rock resta ben poco.
Di base il cavallo di Troia è quello, il resto è sfascio e degrado morale nella Germania post-muro.
Grovigli distorti, rumorosi e cadenzati, doom come potrebbero esser doom i Flipper (l’acido nelle vene è quello), freddi e brutali come un tondino di ferro.
Roba imperturbabile da pressione fissa, incubica e metallurgica (il devasto Ich Bin Er).
Che quando pare ti dice bene (Alles, Was Du Schon Immer Hören Wolltest) è uno sbuffo venefico che annuncia catastrofe, quando balla (l’ottava Ihr….) è una colorata zuffa a morsi in un luna park terminale.
Tutto il resto sono impuntature di feedback, collassi, crucco urlato/sputato, detriti, mondezza e punte d’agonia (Muttermal).
Gusta il fastidio.
Voto: 8
Marco Carcasi