(Glitterbeat/Goodfellas 2020)
Il gruppo maliano pubblica il suo quinto album. Data l’instabile situazione politica nella terra d’origine del gruppo, questo può essere considerato un lavoro di resistenza. Lo stesso titolo del disco, ‘Tamotaït’, significa speranza per un cambiamento positivo.
I Tamikrest con questo lavoro tendono maggiomente, rispetto al passato, ad emanciparsi dai rifierimenti del desert-blues per esplorare gli stilemi del rock. Tuttavia, la matrice del desert-blues resta forte e vivida. In questo disco, inoltre, vi hanno collaborato la cantante marocchina Hindi Zahra e musicisti tradizionali giapponesi.
Il richiamo del rock e del blues del ‘nord del mondo’ è presente già nell’iniziale Awnafin, in cui i maliani riescono magistralmente a conciliare le due anime del blues.
Amzagh e As Sastnan Hidjan sono due brani considerati cruciali dal gruppo, perché comprendono i temi fondanti il disco. Nella nenia avvolgente del primo brano si riflette sul futuro, mentre nell’intensità crescente del secondo brano si parla di rivoluzione nella cultura Tamasheq.
Con la cantante marocchina, Hindi Zahra, il quintetto si adagia sulla melodia avvolgente e affascinante di Timtarin e con i giapponesi Atsushi Sakta e Oki Kano realizzano Tabsit un brano ipnotico e lento in cui si fondono i suoni del sol Levante con quelli de deserto africano.
Un lavoro che in questo periodo di insicurezza è necessario, non soltanto perché parla di futuro, ma perché insegna e ribadisce il valore della contaminazione.
Voto: 9
Vittorio Lannutti