(PEM Records 2020)
Il quinto del compositore elettronico/sperimentale Vincenzo Ramaglia, si stacca sempre più dalla terra ferma, ad una velocità notevolmente accentuata negli ultimi paio di anni.
L’avant/popular aliena di “Atomic City” (per il cazzo che ve ne freghi, uno dei dischi del 2019 per il sottoscritto…), che slegava ancor di più la formula di quel “PVC Smoking”, palesata ma poi inceppata in un silenzio produttivo durato qualche anno, dove l’interazione fra elettronica in real-time e azione acustica, generava cinematici sketch urbani di nervosa eleganza urbana, in “La Parole”, con la vocalist francese Laure Le Prunenec (dagli acclamati Igorrr), s’impunta fra set-up elettronici in assenza di computer e zuffe vocali, verbali e pre-verbali di sospesa contemporaneità, la percezione di un nuovo spazio da esplorare, tangibile e irresistibile.
Composizioni/sequenze, riflessiva disgregazione linguistica e sabotaggi in tempo reale.
Nel frattempo si diventa un punto indefinito sulla linea dell’orizzonte.
Un tremolio e si scompare.
Voto: 8
Marco Carcasi
Vincenzo Ramaglia Bandcamp Page