(Caffelatte Produzioni Musicali 2020)
Meriterebbe una buona valutazione solo per il titolo “Alti e bassi”, adattissimo a questo periodo virale e ansiogeno di umorali alti (pochi) e bassi (tantissimi), l’ultima raccolta del cantautore e chitarrista Enzo Beccia. Otto canzoni ben suonate – accompagnano il milanese regalato dalla Puglia Stefano Ambrosioni ai cori, Giovanni Doneda al basso, Pietro Gregori alla batteria, Sabina Vercesi al flauto, Massimo Marcer:a tromba e flicorno, Rudi Manzoli a sax tenore e baritono, Stefano Ivan Scarascia a wurlitzer, hammond e piano, Niccolò Polimeno a chitarre, mandolini e cori, Matteo Gilli alle percussioni ‒ e precisamente scritte, che abitano un universo sonoro (molto) precedente a quello del “nuovo” cantautorato italiano (sebbene non manchino sentori e tensioni 2.0: cfr. La chimica della vita): qui siamo dalle parti di un Mimmo Locasciulli (Mi sveglio ottimista, In controluce) e Pierangelo Bertoli (Il mio male peggiore, Un altro giro), per scrivere. E questa dimensione laterale ma non banale giova senz’altro più dell’ortodossia De (Gregori/André) seguita nel precedente album “Per chi viaggia leggero”: qui Beccia è leggero appunto, ma sottilmente malinconico e per nulla banale (I puntini di sospensione).
Voto: 7
Marco Fiori
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