(Snowdonia dischi/Audioglobe 2019)
La Snowdonia ha oramai acquisito in questi anni il bollino blu della qualità non solo discografica: editando l’ultima fatica di Jet Set Roger va poi sul sicuro. Basta analizzare le premesse teoriche di “Un rifugio per la notte” (ispirato a un racconto di Robert Louis Stevenson, “A Lodging For The Night”, a sua volta riferito alla picaresca figura di Francois Villon poeta maudit ante litteram Verlaine) per capire che la strada intrapresa da Roger Rossini – frizzante menestrello glam rock anglobresciano già recensito su Kathodik nel 2010, “Piccoli uomini crescono”, e nel 2012, “In compagnia degli umani” ‒ segue oramai, dalla precedente raccolta “Lovercraft nel Polesine”, un percorso para gaberiano di raccolta non solo musicale a tema. In “Un rifugio per la notte” si incontrano appunto le (undici)) canzoni e il fumetto d’autore (nella veste di una graphic novel di 16 tavole realizzata dall’artista serbo Aleksandar Zograf), per illustrare l’ambivalenza di Villon letterato pregevole e furfante spregevole, noto per la Ballata degli impiccati, che Stevenson rilegge evidenziando i temi che saranno al centro della sua opera successiva e più nota (ricordiamo solo il doppio corrosivo e anti vittoriano del dottor Jekyll e Mister Hayde d’imperitura memoria).
Nel nostro ambito di interesse, possiamo analizzare come il dotto Jet Set Roger ‒ basta leggere il libretto di accompagnamento ‒ riveda il suo mondo musicale per amalgamarsi a quanto sopra: il pregresso Elton John indie, ancora evocato dall’uso massivo del pianoforte strumento di elezione del lombardo (Il mattino), lascia spazio a una cantabilità più pacata e meno glamour (anche quando è Carnevale), accompagnata discretamente dalla chitarra acustica di Tommaso Parmigiani e dalla batteria allargata di Stefano Malchiodi.
Roger è diventato saggio, classico (Il signore di Brisetout), Gilbert O’Sullivan o Leo Sayer italico (La ronda) che sa scrivere canzoni come pochi. Pregevole.
Voto: 7,5
Marco Fiori