(Da Vinci Classics 2020)
Le premesse perché questo Cd Da Vinci incontrassero i miei gusti c’erano tutte. A partire dall’ensemble che ne è protagonista, On the Bridge: la combinazione di otto violoncelli espande ed esalta la corposità del suono del violoncello, il più vicino, tra gli strumenti ad arco, alla voce umana (un fenomeno, questo, a cui non a caso allude il titolo del Cd). In secondo luogo, la scelta di eseguire brani scritti in epoche distanti, “avvicinandoli” tramite un gioco di alternanze svolto con particolare gusto per gli accostamenti che si vengono spontaneamente a creare. L’ascolto non ha affatto tradito le attese. Gli otto giovani musicisti italiani eseguono con maestria e trasporto pagine che spaziano dalla musica rinascimentale e barocca (Dowland, Nanino, Rameau, Bach), riarrangiati per varie combinazioni di violoncelli, ad alcune gemme del Novecento storico, nella fattispecie, un movimento della Simple Symphony di Britten (anch’esso riarrangiato) e la celeberrima e struggente Bachianas Brasileiras No.5 di Villa-Lobos, per la quale (come anche nel caso di Dowland) l’ottetto è affiancato dalla splendida voce della soprano Carlotta Colombo. C’è spazio anche per due composizioni a noi più vicine, entrambe scritte per un ensemble di quattro violoncelli. Una è la bellissima Suite in tre movimenti del compositore francese Pierre Petit, scritta negli anni Cinquanta, caratterizzata da armonie pungenti, densità contrappuntistica di matrice neoclassica, e flessibilità ritmica che, nello scherzo conclusivo, si arricchisce di influssi jazz. L’altra è la recente Toccata di Francesco Cerrato, che ci trascina nel fluire libero – come vuole la forma in questione – di aperture melodiche e improvvise accelerazioni ritmiche, su di un tappeto armonico che, nel suo mutare, delinea le coordinate di un percorso emotivo che cattura dal primo istante. L’entusiasmo con cui l’On the Bridge Cello Ensemble esegue queste pagine si trasmette al fruitore, regalandoci una felice esperienza d’ascolto.
Voto: 8
Filippo Focosi