Prison Pit è un fumetto uscito in 6 volumi tra il 2009 e il 2018 per la mitica casa editrice statunitense Fantagraphics Books, che è stato fortunatamente pubblicato in italiano dalla casa editrice torinese Eris Edizioni nel 2019 (me ne accorgo adesso, mea culpa). La storia è “relativamente semplice”, cioè riportato dalla quarta di copertina e liberamente adattato “un wrestler intergalattico, combinato con prigioni spaziali immerse in lande desolate , che massacra nemici mostruosi senza mai fermarsi”, per 760 pagine. Solo che la storia è la storia e questo tomo è praticamente una sequenza di vignette su un folle, assurdo, trucido oltre ogni sentire, divertente e sguaiato personaggio libero dalle costrizioni concettuali, spaziali e temporali, che si libera ininterrottamente dei fluidi corporei, di parti inutili alla narrazione che appesantirebbero chiunque, mandandoli in giro per la tavola, un assurdo pazzo decisionista, divertentissimo e spassosissimo, ancora citazione “da Dungeons & Dragons a Bersek di Kentaro Miura”. Ma ci vedo anche, e poi mi direte, perché dovete procurarvelo!!!, un richiamo a Taddei e Angelini, a Spugna, al trash più allucinante, ed infine, intuizione che mi ha colto mentre sfogliavo il tomo, mi è sembrato di vedere un mio amico che si incazza o che vorrebbe incazzarsi durante una delle sue giornate partite male e finite anche peggio. In questo caso posso dire senza tema di essere smentito, due cose: uno dovete averlo (ripetizione) e leggerlo tutto di un fiato, due fumetto = vita quotidiana.
Johnny Ryan, Prison Pit, Torino, Eris Edizioni, 2019