(Artista anch’io/Neon Paralleli/Villa Inferno Records 2019)
Al di la del nome da nuova onda anni Ottanta e dal titolo della raccolta neomelodicamente partenopeo (ma la provenienza di quest’ultimo è dall/dell’ultimo Pasolini pedagogicamente luterano), i Ludmilla Spleen con “Gennariello” resuscitano più che dignitosamente il “noise rock” anni Novanta (lampante Living in Harmony), quello sorgivo dalla sacra trimurti Helmet, Unsane, Cop Shoot Cop e che in Italia ha trovato in alcuni periodi della carriera Marlene Kuntz una buona divulgazione in chiave “cantautorale”.
“Power duo” ignorante e oramai attivo da una decina di anni, Filippo Brandi (voce, chitarre, EM-20) e Niki Fabiano Ruggeri (batteria e voce) pestano durissimo, ma con cognizione di causa (My idea of pulp è Godano non rammollito alla massima potenza) e buoni testi in lingua italica. Dal vivo promettono gli stessi fasti degli One Dimensional Men, cabarettisticamente rumorosi.
Resilienti e competenti; andate ai loro concerti, se ne avete l’occasione.
Voto: 7
Marco Fiori