(Da Vinci Classics, 2020)
Erik Satie è senza dubbio una delle personalità più bizzarre e interessanti della scena musicale compresa tra la fine dell’Ottocento e i primi anni ’20 del Novecento in Francia. Artista eclettico e stravagante, amico di Debussy, animatore principale del Gruppo dei Sei insieme a Cocteau, esponente della corrente artistica del Dadaismo, fu l’inventore della ‘musique de tapisserie’ o ‘musique d’ameublement’, termini da lui stesso coniati per indicare una musica fuori dagli schemi tradizionali, assolutamente innovativa per il tempo. Si può dire che sia stato precursore di quel genere pianistico ed elettronico che negli ’90 del Novecento veniva indicato come musica New Age, o Ambient Music, ed altresì autore a cui moltissimi compositori e pianisti della New Modern Classics si sono ampiamente ispirati. La sua sperimentazione arrivò persino all’intuizione del pianoforte preparato, inserendo oggetti nella cassa armonica sopra le corde per ottenere nuove sonorità, o nell’aver scritto il brano più lungo della storia della musica, Vexations, trentacinque battute senza indicazione di tempo, che devono essere ripetute per ben 840 volte: un brano di almeno 20 ore di durata. ‘Hommage: Piano Music and Quartet Transcriptions’, concepito dal pianista e compositore romano Giancarlo Simonacci, è un album che celebra il grande compositore francese. Le Gnossienne, cugine forse un po’ meno famose delle Gymnopédie, sono ben eseguite da Simonacci al pianoforte e da lui stesso trascritte per quartetto d’archi. Forse in quest’ultima versione, seppure affascinante e interessante, la musica di Satie perde un po’ del suo charme e del suo incanto meditativo. Interessanti anche le esecuzioni dei Douze Petits Chorales, brevissimi, vere e proprie miniature pianistiche e dei Six pièces de la période, composizioni forse meno conosciute di Satie. Un’opera dedicata interamente al singolare autore francese, un personaggio ricco di carisma e fascino. Unico brano non di Satie è il lento e dilatato Choral per quartetto d’archi dello stesso Simonacci, scritto nel 2016, appositamente per il 150° anniversario della nascita del compositore.
Voto: 7
Luciano Feliciani