(Rumore Austero 2020)
Il duo formato da Marco Carcasi (percussioni, effetti) e Giordano Giorgi (chitarre) è attivo ormai da diversi anni, soprattutto dalle parti di Roma, e propone un’arte sperimentale che coniuga la sound art di matrice rumoristica e la performance art, spesso in collaborazione con altri artisti. La performance al Macro Asilo di Roma (28 luglio 2019) si è avvalsa della performer Maddalena Gana. Quella precedente (del 10 giugno 2018) ha offerto le atmosfere sonore per un’esibizione di danza Butoh che ha coinvolto oltre a Maddalena Gana anche Marie-Thérèse Sitzia e Alessandra Cristiani. L’improvvisazione, ricavata dalla risposta all’inatteso, accolto come benvenuto in un percorso di ricerca che si affida alla curiosità, deriva anche dall’uso di strumenti inconsueti (o dall’uso inconsueto di strumenti canonici). Un lungo (circa 33 minuti), ripetitivo, ossessivo, ipnotico invito a lasciarsi trastullare dalla percezione, il primo concerto; un ancor più lungo (più di 41 minuti), e ossessivo, ma a tratti anche ruvido e aspro, e in altri momenti estatico e rapito, viaggio in mantra sonori che inchiodano la percezione al presente dell’ascolto, il secondo.
Quanto alla percezione, qui si percepisce invero anche l’assenza delle due performance coreutiche; ma probabilmente l’idea di pubblicare la musica avulsa dal contesto della performance è proprio quella di rendere assoluta (nel senso di libera) un’arte dei suoni prima accompagnata all’esercizio performativo delle ballerine e, per così dire, a quello funzionale. Non avendo assistito agli spettacoli dal vivo non posso valutare quanto si perda o si guadagni decontestualizzando il suono dall’azione, ma probabilmente pensare la cosa in questi termini è del tutto fuorviante. Probabilmente il punto è che la percezione sollecita anche l’immaginazione, cosa che può forse riuscire meglio quando si è a tu per tu con il suono.
Voto: 7
Alessandro Bertinetto
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