(Aut Records 2020)
Dischi come questi mi fanno pensare che Aut Records stia imponendosi come una nuova ECM. Certo spesso più ruspante e sanguigna. Ma in questo album dedicato al recentemente scomparso Cecyl Taylor non abbiamo solo idee, improvvisazioni e interplay di grande caratura, ma anche suoni cristallini, molto curati, ariosi, incisivi, limpidi. Il piano dal timbro squillante, dall’intensa energia ritmica e dotato di una grande felicità espressiva di Alberto Dipace, l’intelligente chitarra elettrica (che spesso, ad esempio nel brano iniziale, traveste da organo e da synth grazie ad effetti adoperati con grande maestria) di Andrea Massaria, la batteria sensibile, delicata e attenta di Ferdinando Faraò e il contrabbasso intenso, essenziale e libero, molto chiaro sia quando si ritira sia quando si erge a protagonista, di Danilo Gallo (che suona anche l’ukulele) costruiscono conversazioni musicali interpretando una frase che esprime un pensiero di Cecyl Taylor: You Practice. So You Can Invent. Discipline? No. The joy of practicing Leads you to The Celebration of Creation. Thanks Cecil. È un pensiero profondo e intelligente che viene celebrato musicalmente in modo altrettanto profondo e intelligente dal quartetto, tramite un flusso spontaneo di idee che, come suggeriscono anche le brevi note pubblicate sul sito web dell’etichetta, sperimentano una temporalità non lineare articolando idee melodiche e armoniche con quella che non mi sembrerebbe sbagliato chiamare saggezza creativa. Un disco vivace e maturo, che, senza strafare in virtuosismi, offre il meglio del jazz contemporaneo. Ascoltatevelo, e se volete una recensione meglio musicalmente informata e più concentrata sui singoli brani, leggetevi questa, che condivido in pieno: DIPACE / MASSARIA / GALLO / FARAÒ, Collera City su The New Noise.
Voto: 9
Alessandro Bertinetto