Occasione propizia la vicinanza chilometrica dato che Ancona è a circa una cinquantina di chilometri, e il vostro Kathodik man si mette in viaggio per andare a vedere e sentire (tutto in uno) la sonorizzazione live del film di Tziga Vertov ‘L’uomo con la macchina da presa’, eseguita a “6 corde” da due dei più interessanti musicisti in circolazione di questi tempi, due chitarre che rispondono ai nomi di Stefano Pilia, che ha militato in vari progetti musicali tra cui Massimo Volume, e Paolo Spaccamonti, conoscenza abituale, in solo e in collaborazioni, di questi luoghi kathodici.
Il film non credo necessiti di presentazioni, riporto per delucidazioni e per non fare la figura del “cinefilo over the pellicola”, la descrizione tratta da Wikipedia Italia: “L’uomo con la macchina da presa (Человек с киноаппаратом, Chelovek s kino-apparatom) è un film del 1929, diretto dal regista sovietico Dziga Vertov. Il film è forse il compimento massimo (e finale) del movimento kinoglaz (“Il cineocchio”), nato negli anni venti per iniziativa di Vertov e propugnatore della superiorità del documentario sul cinema di finzione che, in sostanza, deve essere bandito perché inadatto a formare una società comunista. Vertov raccoglie l’esperienza di anni di documentari propagandistici, le sue radici futuriste, le sue teorie secondo le quali il cinema deve essere uno strumento a servizio del popolo e della sua formazione comunista, e sublima il tutto in un’opera tecnicamente all’avanguardia e che ancora oggi colpisce per originalità e vivacità…
L’uomo con la macchina da presa va oltre i documentari girati per strada, fuori dalle fabbriche, nei villaggi, ecc. Stavolta insieme alle scene di vita quotidiana è lo stesso operatore ad essere ripreso. Lui è l’oggetto stesso dell’indagine dell’occhio scrutatore, nell’atto di spostarsi, sistemare i suoi attrezzi o semplicemente filmare.”
Quindi luogo adeguato, il Canalone Mole (Area Cinema) della Mole di Ancona, all’interno della manifestazione Sconcerti, serata ottimale, niente pioggia e due grandi artisti da ascoltare. Che non deludono e riescono ad interagire alternandosi bene tra loro e concedendosi entrambi il giusto spazio senza lasciare momenti “vuoti”. Il film scorre piacevolmente, accompagnato dai suoni delle due chitarre ed elettronica varia: Spaccamonti con il suo tocco più “metallico” rende i momenti visivi più sincopati, mentre Pilia accompagna lo scorrere delle scene in bianco e nero con un approccio più “ambientale e riflessivo”. Finita la proiezione, partecipata dal pubblico, cosa non scontata data la particolarità del film, si riparte per casa con i suoni e le immagini indispensabili compagni di viaggio.
Ultima notazione: il vostro Kathodik man ringrazia Laura Belmonti (belmontilaura@gmail.com) per le belle foto che trovate nell’articolo.