(Torto Editions 2019)
Ci arriviamo in ritardo ma ci arriviamo.
Il trio dei Colmorto, capeggiati dal bassista/compositore/sassofonista Stefano Scarella (Mario De Simoni alla chitarra e l’irlandese Joel Cathcart, batteria e voce, a completar la formazione), viaggian in libertà lungo un delizioso percorso d’introversa luminosità.
Piccole baruffe elettriche, scalcagnature ritmiche e istanti di raccolta osservazione.
L’urto del rock (post), fantasie di jazz odorose e terre lontane che esalan un sospiro (la bellezza d’ascendenza brasileira di Elsewhile), introspettivi arpeggi che si lascian scaldar dal sole in un reticolo di suggestivi contrasti (lo sfarfallio di Canaveral), quieto fluire in direzione silenzio (Skinkthink), un soffuso bagliore in lontananza prima della notte in arrivo (Inkless Tattoo), scivolando via senza alzar troppa polvere a disturbar la calma circostante (la conclusiva Swim).
Nella casa, dopo l’ora di pranzo, con le persiane chiuse ed il morso del caldo a poca distanza, tutto fila liscio.
Voto: 7
Marco Carcasi