(Aut Records 2020)
L’album d’esordio di Francesca Naibo è un disco solista in cui la chitarrista veneta coniuga la musica colta della tradizione europea e l’improvvisazione di estrazione afroamericana, o più semplicemente di tradizione folk. Già collaboratrice di Marc Ribot e George Lewis, la giovane musicista di Vittorio Veneto, milanese d’adozione, propone una musica di ricerca, astratta, e concreta a un tempo: una musica in cui, anche grazie agli effetti (delay, overdrive, ring modulator e sound retainer), alle sovraincisioni, all’uso dell’archetto e agli oggetti con cui viene “preparato” e suonato lo strumento, l’esplorazione delle 6 corde si espande verso dimensioni sonore materiche dalle suggestioni ariose e fantasiose (come nel carillon evocato in Toundaleda). Le atmosfere che preferisco sono quelle sospese e avvolgenti, provocate dalla vibrazione acustica delle corde pizzicate da un tocco di dita che percepiamo in tutta la sua carnale corporeità, in brani come Fadadada e Lameda Lemeda. Molto efficace il sound dello studio Ritmo & Blu di Pozzolengo (BS).
Voto: 8
Alessandro Bertinetto