(Cooking vinyl/Legea Music/The Orchard 2020)
Registrato durante il lockdown nello studio di casa a Dublino di Mike Scott, il quattordicesimo album della band britannica conferma la sua attitudine profondamente blues.
Con “Good luck, seeker”, infatti, The Waterboys continuano a inseguire il sogno di salire sull’Olimpo a fianco di Bob Dylan, Rolling Stones, Jimi Hendrix e Sly & the Family Stone. Se non ci sono ancora arrivati, sono sicuramente sulla strada giusta.
Le quattordici tracce di questo disco sono intrise di classic rock, che sia il r’n’b di The soul singer o la ballata malinconica e ansiosa di Low down in the broom, o ancora dell’electro funk-rock di Beauty in repetition o lo spoken word di The land of sunset.
L’omaggio ai classici non si limita al rock, ma spazia anche al cinema come dimostra la ritmata, ai limiti dell’hip-hop, Dennis Hopper. Intrigano poi, ma per motivi opposti, il pop-rock da fine anni ‘80 di Whay should I love you e il rock serrato di My wandrings in the weary land.
Un lavoro con molte frecce da sparare!
Voto: 7
Vittorio Lannutti