(Da Vinci Classics 2020)
La poetica del compositore e pianista italiano Giancarlo Cardini (nato nel 1940) può forse essere racchiusa in un termine: neo-impressionismo. Con una precisazione, però. Se infatti tale termine è associato, in pittura, all’approdo al denso puntillismo cromatico di un George Seurat, nella musica di Cardini, com’è evidente in questi lavori pianistici scritti tra il 1982 e il 2018, si assiste a un procedimento opposto, ovvero all’ulteriore allentamento delle maglie sonore, al liquefarsi dei parametri melodici e ritmici, allo sfaldarsi delle griglie formali tradizionali. Fattori, questi, che sono funzionali all’evocazione – perseguita in più di una composizione – di un senso di mistero, di sospensione onirica che ritroviamo tanto nelle suggestioni erotiche di Tre momenti di sessualità infantile, quanto nei brani più descrittivi – in senso eminentemente soggettivo – e atmosferici, quali ad es. Foglie d’autunno, Una notte d’inverno e Via del Fico, Firenze. Nel definire il proprio linguaggio musicale, Cardini innesta, nel vocabolario armonico di Debussy, le rarefazioni sonore di autori come Feldman o Cage, non disdegnando tuttavia il ricorso ad accensioni ritmiche improvvise, memori di un Messiaen; si pensi, a tal riguardo, all’energia primordiale sprigionata nei 24 minuti di Rituals, stemperati infine dall’intonazione di una canzone popolare giapponese. Affiorano, di tanto in tanto, allusioni al jazz, mai del tutto scoperte tuttavia, il Nostro praticando con successo l’arte della velatura; sta all’interprete – la bravissima pianista Agnese Toniutti – farne emergere i dettagli più minuti e le sfumature espressive più nascoste, gelosamente custodite, ma pur sempre desiderose di essere condivise con l’ascoltatore.
Voto: 6,5
Filippo Focosi