(Cabezon Italy 2020)
“Robokiller” è il primo lungo sulla lunga distanza dei veronesi Thing Mote, band veronese nata nel 2006 e con alle spalle una bella manciata di Ep.
In questo esordio, il quartetto veneto, vuole comunicare la preoccupazione per l’eccessivo uso della tecnologia. Questo concetto, in altre parole, è l’anello di congiunzione delle dieci canzoni in scaletta.
Lo stile con cui si esprime questa band è quello di uno strano confine tra grunge e post-rock, dato che per i suoi componenti si concentrano su chitarre distorte, noise, riff accattivanti e un groove pieno e rotondo.
Se con Her i veronesi ci catapultano nel grunge nirvaniano, è con brani come Redroom che si rivelano intriganti, dato che sullo sfondo di brani come questo ci sono le migliori cose dell’indie-rock degli anni ‘90, come i Beat Happening. Tuttavia, il gruppo dimostra di essere profondamente legato al grunge anche in Wasterland, che sembra un omaggio agli Alice In Chains più depressi e tossici.
Voto: 6,5
Vittorio Lannutti