Tom Richards ‘Heavier Sideways’

(Nonclassical 2020)

Hardware e strumentazione homemade, un vocoder analogico anni novanta e una drum machine sovietica anni ottanta, calibrate configurazioni e sgommar vintage.
Come nel precedente debut “Pink Nothing” (2018 sempre su Nonclassical), il londinese Tom Richards, setaccia sabbie elettroniche comprensive di corpo e astrazione.
Come sublime club nell’iniziale Big House Tune, di rapido spippolamento nel tunnel warpiano Equilovely, materico ingrippo nell’astrale pulviscolo della title track in dispersione poi, nel loop a chiazze rugginose e dal collo allungato Minor Breach, (con intercetto di sbrindelli di classica via radio, a donar sfumature concrete ai corpi in movimento).
Nel complesso, viaggia bello sciolto.

Voto: 7

Marco Carcasi

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