(Putojefe Records 2020)
Dopo una lunga e brillante carriera da violista in prestigiose compagini orchestrali e cameristiche, da 15 anni Flavio Bonometti (nato nel 1956) ha deciso di dedicare tutte le sue energie creative alla composizione. Questa incisione discografica costituisce il suo esordio in tal senso: un’opera prima tanto singolare quanto intrigante. In ciascuna delle dodici composizioni qui presentate, e affidate a organici di vario genere – si va dal pianoforte solo al quartetto d’archi, fino ad arrivare a combinazioni estrose, che impiegano, oltre a fiati e archi, strumenti come l’arpa, le campane tubolari, e il sintetizzatore – lo stile di Bonometti si imprime chiaro sin dal primo ascolto. Ciò che colpisce è la capacità di Bonometti di prendere di soprassalto l’ascoltatore e trascinarlo in un vortice sonoro intenso, forte di una carica ritmica tumultuosa, che sembra non conoscere momenti di ristoro. Altra cifra saliente è una densità contrappuntistica che può far pensare ad autori del Novecento storico come Hindemith o Petrassi, laddove certe progressioni ritmiche rimandano al post-minimalismo come pure al progressive rock. Il linguaggio armonico è prevalentemente dissonante, ma non mancano squarci di lucente apertura melodica. I titoli – Vortice Rosso, Riflessi nell’Universo, Sospendo il Giudizio, e via dicendo – rivelano una profondità e varietà d’ispirazione che trova riscontro in una musica che coinvolge tanto il corpo quanto la mente.
Voto: 7
Filippo Focosi