(AUT 2020)
Soporifero e sonnolento, e poi via via sempre più onirico e sognatore, il clima musicale dell’album si fa ossessivo e meccanico, ma in modo convincente e affascinante, in He Seems So Quiet. Tuttavia, a parte qualche episodio, come l’assolo aspro del contrabbasso Giacomo Papetti in Vacuoe l’incalzante incedere del summenzionato brano, il gesto espressivo generale è un po’ troppo delicato e sommesso, senza offrire quelle variazioni di animo che sono un po’ il sale dell’ascolto musicale. Senza dubbio la musica del trio completato da Francesco Baiguera alla chitarra elettrica ed Emanuele Maniscalco alla batteria non vuole aggredire l’ascoltatore, ma scorrere pacifica e avvolgente, per indurci a prestare attenzione alle sfumature e ai particolari (per es. il prezioso lavoro della batteria in Moods) dei frammenti musicali offerti, svolgendo la funzione tipica dei preludi (il che spiega ovviamente il titolo dell’album). Però al preludio solitamente segue qualcosa, che qui non c’è. Attendiamo quindi il trio alla prossima prova per vedere (e soprattutto ascoltare) se questo pacifico, eccessivamente calmo e morbido (salvo rare eccezioni), jazz/post-rock sarà capace di interessanti e più vivaci sviluppi.
Voto: 5
Alessandro Bertinetto