(Daydream Library Series 2020)
L’eredità dei Sonic Youth per fortuna è dura a morire! Gli ex quattro della gioventù sonica continuano ognuno per la sua strada a portare avanti il proprio segmento di quanto contibuiva all’economia musicale del quartetto di New York.
Se Kim Gordon ha espresso la sua vena più sperimentale con il progetto Body/Head, Lee Ranaldo si è adagiato su un pop-rock estremamente colto e intellettuale, Steve Shelley continua a collaborare con Thurston Moore, cosa che ha fatto anche in questo settimo album del chitarrista/cantante.
Il percorso su cui si è incamminato Moore è quello di un chitarrismo vibrante e psichedelico al tempo stesso. Mai come in questo lavoro Moore è riuscito a fondere l’eredita del principale gruppo di ispirazione dei Sonic Youth, vale a dire The Velvet Underground, con la tradizione californiana della psichedelia, che in parte era emersa nei dischi della seconda metà degli anni ‘90, in cui veniva anche omaggiata la Beat Generation.
“By the fire”è una carrellata di calvalcate chitarristiche in cui Moore canta brani scritti ispirati al poeta maledetto Arthur Rimbaud, Hashsish, (tanto per rimanere in zona Lou Reed/The Velvet Underground) in cui riprende molti dei temi musicali più eccitanti e avvolgenti dei SY. A seguire un altro chiaro riferimento ai VU con le vibrazioni e le profondità di Cantaloupe, fino a giungere alla chilometrica Breath, in cui i sali-scendi ritmici sono espressioni di esplosioni noise-rock che deragliano nel post-punk serrato e deciso, in mezzo a delle fiammate chiatarristiche pazzesche sostenute dal charleston della batteria.
In Siren, anch’essa molto lunga, sono presenti quelle sperimentazioni noise che colmano la mancanza dei SY e con Calligraphy Moore si sposta verso i lidi più rassicuranti di un pop-noise flebile, brano per certi versi è in sintonia con Locomotives, anche se questo ha molte più frecce al suo arco, vale a dire vibrazioni, cambi di registro stilistico e un crescendo di intensità. Con Dreamers work siamo dalle parti di un pop-rock-noise scarnificato.
I venti minuti finali divisi tra They believe in love (when they look at you) e Venus sono orgasmo puro per gli amanti dei SY e dell’epica noise vibrante e variegata.
Con questo disco si può concludere in bellezza in bruttissimo anno!
Voto: 9
Vittorio Lannutti
Thurston Moore Official Facebook Page